Eravamo uno l'opposto dell'altra, io e lui

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Eravamo uno l'opposto dell'altra, io e lui. 
Per questo dopo pochi giorni cominciai a credere di conoscerlo da una vita: era un po' come conoscere me. Ma al contrario. 
E io, in 28 anni, mi ero conosciuta un po'. 

Era un salutista, mentre io adoro mangiare schifezze. 
Era uno sportivo, mentre io mi ritengo una pantofolaia. 
La tecnologia lo spaventava, mentre io non potrei vivere senza.
E potrei andare avanti ancora per molto, ma non lo farò.

Poi, però, scoprii che non in tutto era diverso da me. 
C'erano delle cose che avevamo in comune. In lui erano solo un po' più accentuate.

Come me era un po' insicuro. E timido. E chiacchierone, al tempo stesso. E non si trovava a suo agio se c'era troppa gente. Preferiva stare in mezzo a un piccolo gruppetto. Poche persone, ma di carattere. Come noi.

E poi, era sincero.
È questa la cosa che mi ha più colpito in lui: la sincerità.
Tante persone lo sono. Ma lui era sincero in un modo diverso.

Aveva un modo tutto suo di guardarti negli occhi e farti capire che quello che stava dicendo era vero.
Aveva un modo tutto suo di guardarti negli occhi e dirti che gli piacevi. Che io gli piacevo.
O che mi stimava. 
O che gli sarebbe piaciuto conoscermi meglio. E vivere nella mia città. 
O che gli sarei mancata, quando saremmo entrambi tornati a casa. 

E, proprio perché era sincero, io gli credo.
Proprio perché era sincero so che gli manco. Davvero.

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